Come sono fatti i batteri? Se sono così piccoli, come possiamo anche solo riuscire a indovinarne le forme? Partendo da questi interrogativi, oggi abbiamo deciso di osservare i batteri che mettiamo negli acquari per pulire l’acqua. Dopo un breve ma intenso corso di microbiologia tenuto dal nostro professore di scienze e dal tecnico di laboratorio di scienze del nostro liceo, abbiamo applicato le conoscenze appena apprese per eseguire un esperimento, qui descritto.
Materiale:
- autoclave
- bilancia
- becco Bunsen
- microscopio
- piastra Petri
- beuta
- cilindro graduato
- terreno di coltura base (12g di TSA, Triptic Soya Agar)
- carta di pergamena
- tappo in cotone
- cotton fioc
- ansa
- vetrino
- violetto di Genziana
- estratto di Lugol
- decolorante
- Safranina
- olio di Cedro
- carta
- acqua
Procedimento:
Pesare su una bilancia e sciogliere 12g di TSA in acqua calda, poi metterlo in una beuta; questa va successivamente posta nell’autoclave per sterilizzarla. La beuta va tappata con del cotone bloccato da carta di pergamena in modo da non far schizzare il liquido nell’autoclave; è necessario usare questo tipo di tappo perché è morbido, cosa estremamente importante dato che nell’autoclave la pressione raggiunta è piuttosto elevata.
Dopo aver messo il terreno a bagnomaria, versarlo nella piastra Petri e lasciarlo indurire.
Eseguire la semina, immergendo nel contenitore dei batteri un cotton fioc e poi sfregandolo delicatamente sulla superficie del terreno di coltura, tracciando un solco appena visibile e con andamento zigzagante. Appena conclusa questa fase, chiudere la piastra Petri e metterla per due giorni nell’incubatore a 37°C.
Due giorni dopo, per colorare i batteri, prelevare una piccola colonia con un’ansa sterilizzata, stenderla su un vetrino (su cui è stata deposta una goccia d’acqua) e scaldare quest’ultimo su un becco Bunsen fino a far evaporare l’acqua.
Mettere del violetto di Genziana sul vetrino, lasciare 1 minuto a riposo, poi sciacquare con acqua; mettere successivamente estratto di Lugol, lasciare a riposo per 1 minuto e poi sciacquare. Infine mettere del decolorante e lasciarlo per 10 secondi prima di sciacquarlo; questo rimuove la colorazione violacea dai batteri gram-negativi perché hanno una parete cellulare sottile, mentre lascia intatti i gram-positivi.
Aggiungere della safranina, un colorante artificiale di colore rosso; questo fa si che i batteri gram-negativi si colorino di rosso, mentre quelli gram-positivi rimangano violetti. Tamponare il vetrino con della carta e mettere infine qualche goccia di olio di Cedro; questo liquido ha un indice di rifrazione uguale a quello del vetro, e ciò permette una migliore visuale al microscopio.
Oggi, terzo giorno dall’inizio dell’esperimento, abbiamo così posto il vetrino in un microscopio ottico, e abbiamo potuto verificare che la nostra era una colonia di batteri stafilococchi gram-positivi, molto compatta e ben visibile.
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